Je ne sais pas
- Non so… - Cosa non sai. - Non so se è giusto. - Cosa è giusto? Non farti strappare le parole di bocca. - L'indulgenza. È giusto che siamo così indulgenti con noi stessi quando facciamo male agli altri e così inclini a ricordare quando sono gli altri a far male a noi? - Perché parli di indulgenza, è vago… - L'indulgenza è il primo motore. È il committente, se vuoi. Chi poi fa il lavoro è l'oblio. È il rubinetto che si apre, se vuoi. Chi poi lava via tutto e pulisce è l'oblio. - Non è giusto. La mia risposta è che non è giusto. È moralmente evidente che non lo è. - Moralmente… che significa moralmente se è poi nella nostra natura comportarsi in tale modo. Quel che succede in natura non è giusto né sbagliato, succede e basta. - Che proponi allora. - Di essere migliori. Di essere indulgenti non soltanto con noi stessi, ma con l'uomo in generale. Dimenticare il bene e il male che si fa e che si riceve. Lasciare il mondo alla regola dell'oblio per nascere ogni giorno a nuova vita. Dimenticare ogni giorno chi siamo per essere sempre nuovi. - Ma questo non è essere migliori. È follia. È decadenza. È la distruzione della polis. È narcisismo. - Narcisismo? - È quel che ho detto. Se distruggi il patrimonio della tua memoria, distruggi la tua identità. Ogni giorno che ti leverai non saprai chi sei e l'unico appiglio con te stesso sarà la tua vuota immagine nello specchio. - Non so… - Cos'altro non sai? - Già adesso che tengo imbrigliata la forza dell'oblio, non so chi sono e tanto meno sono certo che la mia identità coincida con la mia memoria. Lascia che mi sbarazzi di me stesso e forse sarò felice. |
Viareggio,
gennaio 2003
GUIDO DEL MONTE |