MASS MEDIA

I mass media creano un circuito chiuso in cui l'emittente non controlla la reazione del destinatario e ipotizza un discorso medio da tutti recepibile.
Umberto Eco definì la comunicazione di massa come il dialogo fra un parlante cieco e sordo ed un muto che vede e sente e che vive così una situazione alienante. L'alta tecnologia che oggi è richiesta per la gestione dei media seleziona i proprietari. Così i paesi poveri sono obbligati a essere consumatori e non produttori.
E' da sottolineare, poi, l'incredibile potenza comunicativa delle immagini. I mass media, nel loro diffondere messaggi di sempre più immediata recettività, sono giunti a sintesi estreme che affidano all'immagine tutto il contenuto semantico, ricorrendo al messaggio parlato o scritto quale semplice rafforzativo. La pubblicità è buona quando basta il logo a vendere il prodotto.
L'immagine non rinuncia alla libertà di margini interpretativi. Un grande cartellone mostra l'importanza di quel cosmetico per un trucco perfetto, ma nello sfondo la periferia abbandonata a se stessa lo integra con amara ironia.
Andy Warhol evidenziava il problema della banalità di un mondo banale. Keith Haring disegnava sopra le pubblicità ballerini con la testa a televisore sul quale era proiettato un atomo e in Brazil riproduceva una veduta satellitare della costa paolista animata da centinaia di figure in frenetico movimento che facevano immaginare una nazione scossa da una continua vibrazione.
Le opere di questa rassegna rappresentano immagini libere da quel circuito comunicativo descritto. Libero l'emittente-artista di scegliere il tipo di messaggio, libero il ricevente di interpretarlo, libero il pensiero di riflettere sulla società in cui si vive.

MARCO DEL MONTE

Venezia, aprile 2005